lunedì 12 dicembre 2011

cara santa lucia

cara santa lucia, prima che tu parta ... ti dico solo: copriti bene e non dimenticare nessuno. ti aspetto al ritorno con cioccolata calda e biscotti.
buonanotte.


perchè per me un rito è un rito. sempre.

avevi da farmi fotografie

e poi quel giorno mi hai portata nel bosco perchè avevi da farmi  fotografie. era un giorno senza sole ma ugualmente caldo e stava per piovere.
guidavi tu, non ci siamo quasi parlati.
hai detto vieni e poi spogliati.
ho cercato di capire cose intendessi, ma non c'era da capire.
tutto.
ho lasciato cadere il vestito ai piedi e con un passo ne sono uscita. lo stesso ho fatto con gli slip e via anche il reggiseno.
tu mi guardavi in mezzo alle gambe e poi negli occhi.
hai preso la macchina e hai cominciato a scattare.
mi dicevi tu come mettermi, cosa fare.
io ubbidivo.
guardavi dentro l'obiettivo per un tempo lungo, un tempo che a me pareva lunghissimo. io restavo ferma e ti guardavo. in faccia, le mani, in mezzo alle gambe.
ce l'avevi duro si vedeva.
poi ti sei avvicinato e hai detto basta. mi hai tolto foglie dai capelli e con la mano sul seno mi hai sentito il cuore. hai sorriso.
sta per piovere, rivestiti.
aspetta simon, aspettiamo la pioggia.
mi sono riseduta e poi distesa e tu hai fatto lo stesso. ti sei spogliato e siamo rimasti lì ad aspettare la pioggia.
ad aspettare che l'acqua ci lavasse via la colpa.
e alla fine l'acqua è arrivata.
siamo corsi nudi all'auto.
finalmente liberi.
non so se hai ancora quelle foto. mi piacerebbe vederle un giorno, per ricordarmi chi ero.
ciao simon, ti mando un bacio e che il mare possa fare il resto.
ah ti saluta il paladino di francia.

lunedì 5 dicembre 2011

domenica 4 dicembre 2011

come marat

caro simon
ho fatto un brutto sogno. bruttissimo.
aprivo la porta e tu non eri là.

venerdì 25 novembre 2011

the door

caro simon,
mi hai chiesto perchè. non c'è perchè. la verità è che ho aperto quella scatola e ti ho trovato là.
non ricordavo ci fossi, davvero.
anzi per quel che mi riguarda non l'ho neanche mai saputo. non ricordo la provenienza, forse una sera che ero ubriaca.
non sono riuscita a leggerti ma ho visto che c'erano parti sottolineate. forse da me e parole scritte a mano.
non ho riconosciuto la mia calligrafia. non credo la tua.
ho accarezzato quelle pagine come fossero pelle.
ho atteso.

ora ho in mano la chiave. è la chiave della nostra casa e so che se aprirò quella porta tu sarai là ad aspettarmi.
seduto sul letto.
nudo.
e con il cazzo duro.


venerdì 11 novembre 2011

nuove cicat'r'ici

                                                                                  perpignan, 11.11.11
  
caro  simon,
lo sai che a me piacciono i numeri e le coincidenze e quando a coincidere sono i numeri ... il mio cervello si inceppa. tutte le volte. tutte le volte è un piccolo soffio alla testa. tutte le volte.
è successo di nuovo oggi, ancora.
faccio finta di no e fai finta anche tu.
ma sappiamo che è si.

ho vinto.

non mi interessa vincere lo sai.
non voglio vincere, voglio te.

voglio orologi sui polsi fatti coi denti geografia splendente disegnata sul corpo storia moderna sulla tua bocca  lingua su tutta la pelle dita a calmarmi baci sulle braccia fiato sul collo  piedi che cercano piedi mani che toccano tutto e il cazzo dentro.

poi, voglio indovinare parole che scrivi sulla mia schiena. parole difficili.

scrivimi simon. tu scrivimi sempre.

lunedì 7 novembre 2011

lui l'ho perdonato. te come farò?

caro simon,
lo ricordo quel giorno, quella musica, il colore della pioggia. fuori dubrovnik.

cominciasti ad amarmi lì, sulle note di kundera il giorno che arrivai a casa tua con la febbre. cominciasti ad amarmi lì, sul divano, respirandomi, inginocchiandoti per togliermi gli stivali e io te lo lasciai fare.
dicesti che la febbre mi addolciva.

non hai mai capito veramente il male che ti chiedevo. me ne facevi certo, ma non era neanche lontanamente vicino a quello che avevo in mente io. volevo il male dei fiori che si schiudono e quello dei pesci che se ne vanno a morire lontano e quello dell'amore che non smette. volevo sentire il tuo respiro, la tua bocca su di me. volevo sentirne il peso e il sudore e tu invece scappavi.

che male vuoi che mi faccia un fantasma? non ha corpo, non ha sangue. io ci vivo coi fantasmi da sempre. loro non possono niente, non hanno mai potuto niente e neanche tu. neanche tu sei riuscito a salvarmi, eppure io credo, avresti dovuto.


domenica 30 ottobre 2011

lunedì 17 ottobre 2011

bianco su nero qui non funziona.

caro simon,
sono così stanca che mi si accavallano le immagini, i ricordi, le parole e non so più niente. nè di me, nè di te.
mi sento numero in mezzo alla folla. non so se mi senti in qualche modo, non so se ti sfiorano le mie parole. diosanto se almeno tu potessi mandarmi una conchiglia, o un pezzo di legno, o farmi trovare sabbia dove cammino, forse sarebbe possibile continuare ancora per noi due, ma così ... ormai sono molte stagioni che sto in giro. il freddo comincia a farsi sentire e la terra mi scivola via da sotto i piedi e ho paura di cadere nella vanità che non mi appartiene.
non verrò mai dove stai tu nè mai vorrò farlo.
posso amarti solo da qui, così.

ora è meglio ch'io vada.
spero che il mare sia buono con te.

domenica 16 ottobre 2011

esco con l'auto e guido

caro simon
a volte penso di dover cambiare rotta perchè anche  dondolandomi, per quanto forte io spinga, so che non toccherò mai le stelle.
poi ripenso alla prima volta che ti ho visto da molto vicino.
eri lì ad aspettarmi.
imbarazzato ma facevi finta di no. ho fatto finta anch'io di no. anche tu, anche io.

temevo i fiori.

tutti gli uomini mi hanno regalato fiori, senza sapere che a me i fiori non piacciono, non quelli raccolti almeno. e poi non ho mai saputo come tenerli, dove appoggiarli. mi piacciono tantissimo solo i fiori di loto. di quelli si che vorrei riceverne un mazzo.

tu invece avevi un libro in mano. ci siamo baciati come se il mondo dovesse finire domani e in un certo senso il mondo doveva finire domani.

'è per te. aprilo solo quando sarai sul treno'. l'ho messo in borsa appena in tempo perchè poi
è cominciato a piovere fortissimo. è sempre piovuto fortissimo con te.
il giorno dopo mi hai accompagnata alla stazione ma eravamo già lontani.
ho aspettato che uscisse il sole prima di aprire la borsa.

nessuna dedica. solo ... qua e là erano sottolineate delle lettere.

non ce l'ho più quel libro.

apro l'armadio e vedo le pinne.
non ho mai avuto il coraggio di indossarle per la strada, ma a volte, quando piove di notte le metto, ed esco con l'auto e guido.

lunedì 10 ottobre 2011

che mangiate?

caro simon,
starti lontana è sempre più difficile, non pensarti impossibile. vedo i nostri numeri dappertutto. sento le nostre canzoni entrando nei bar. una macchina è troppo poco per contenerci entrambi. devi scendere tu, oppure deciderti a fare questo viaggio insieme a me. io sto per partire.


domenica 2 ottobre 2011

eri tu la mia terra

caro simon,
oggi mi è venuta nostalgia di quando bambina ti facevo vedere le sbucciature sulle ginocchia e tu ne carezzavi i contorni spiegandomi l'africa e l'america e atlantide, lì tutto sulle mie gambe.
e poi mi raccontavi di te, di quando salpavi dal porto verso posti lontani.

poi un giorno sei salpato davvero.

ancora oggi a volte ti cerco, scruto l'orizzonte come colombo ma anche quando vedo terra, so che quella non è la mia. non ho una terra io, nè mai l'avrò. sono come gli squali costretti ad andare avanti per sempre (grazie s.77).

eri tu la mia terra.



domenica 25 settembre 2011

un paio di anfibi, di quelli cattivi

caro simon, a mosca ci siamo stati tante volte e che freddo che freddo faceva. in altri posti siamo pure stati, ma lo stupore che ho provato e imparato in america ... inarrivabile.
stupirsi è un'arte che si impara lo sai? e non si impara dai bambini, anzi! i bambini lo imparano se glielo insegni tu. giorno dopo giorno, con attenzione.
i bambini si danno spiegazioni fantascientifiche e gli par normale. ma un tramonto incandescente non è normale! devi mollare quello che stai facendo e guardare in silenzio. 

anni fa, parecchi anni fa avevo un paio di anfibi, di quelli cattivi, ma erano pieni di fiori di tutti i colori. quell'anno sono stata in america .
mi fermavano per strada (sta succedendo di nuovo), volevano sapere dove li avessi presi, volevano sapere tutto e non avevano paura di chiedere, di parlare e l'espressione sui loro visi era bellissima. dico davvero, 'o mai good, o mai good', con occhi pallati. 
quell'anno o era l'anno dopo? mi trovavo là quando è uscito il film indipendence day. siamo andati a vederlo per 'provare' un multisala.
l'inglese non lo so per cui capivo niente, ma quando ha parlato il presidente ho pianto tantissimo. mi son guardata intorno. piangevano tutti. gli unici a non farlo erano i coglioni degli amici miei.
io, un'americana tra di loro.
per punirli li ho costretti a vedere le 10 cadillac infiate nel terreno e il termometro più alto del mondo e svariati musei del credici o no e ... volevo anche il supergomitolo, ma mi han detto che quello è un videogioco. (o almeno questo è quello che ho capito io!)
dire oh non è da ebeti, significa sentire le cose. le cose piccole. per lo più le cose gratis. dire oh significa riuscire a dare il giusto peso.
lo stupore: insegnamolo ai bambini.


venerdì 23 settembre 2011

otto nel caricatore e uno in canna

ci sono film capolavori che si dimenticano e film sgangherati che si ricordano. come le persone.


lunedì 19 settembre 2011

ci son cose che

caro simon
ci sono cose che io davvero non capisco. la mia testa non riesce a contemplarle, mi sfuggono, le vedo ma non le comprendo. ma non sono teoremi complicati (che quelli non mi ci metto neanche), nè filosofie orientali o  arti marziali o chissachè, sto parlando della vita di tutti i giorni.
tipo: esiste un mondo là fuori fatto di persone, anche belle di cui io non mi sono accorta mai. in giro ci sono dee con occhi blu e uomini con occhi anche loro, barbe, capelli ... e mi domando ma da dove vengono fuori? ieri non c'erano.
così come non capisco come possa esistere un mondo fatto di case e cose sulla strada per perpignan. è vero, sono metodica. faccio sempre la stessa strada, non mi piace cambiare asfalto, ma ogni tanto capita: deviazioni, cene, pranzi, inviti ... e mi ritrovo a far vie mai viste prima. e mi domando ...di qua? di qua si va da qualche parte davvero? ed è ancora mondo? è ancora vita? cioè qualcuno qui ci vive, lavora, ci fa l'amore. e la risposta è si. pazzesco! del resto io ancora non sono convinta che la terra sia tonda, si si ce lo dicono, i mappamondi, le traiettorie, le latitudini, l'orizzonte, ma ... ci dicono tante di quelle cose ... e poi quei poveri australiani, tutto il giorno a testa sotto. mah! per non parlare poi delle stelle, luna sole e tutto quello che sta là sopra appeso!
schiocco di lingua
ma quello che veramente in assoluto non riesco a capire è come fra tutti gli italiani malati terminali, non esista nessuno disposto a immolarsi per la causa. ma non perchè lo giudico immorale, o pervertito, o presuntuoso e patetico, che si lo giudico immorale, pervertito, presuntuoso e patetico, ma fondamentalmente non me ne frega un cazzo di lui. non sopporto che sia convinto e riesca a convincere, che i soldi comprano qualsiasi cosa. i soldi comprano tanto, indubbiamente, ma non tutto. pensa solo a questo: se hai tanti soldi puoi avere tutti i libri del mondo, ma non ti servono a un cazzo se non li leggi!
italia, capiscila questa cosa.



venerdì 16 settembre 2011

#FF venerdini.

caro simon,
io non faccio mai FF perchè non mi sembrano necessari ma nei giorni scorsi ho superato la fase a) quella dei numeri e ho deciso che twitter mi piace parecchio e anche jack, il suo inventore e anche i frequentatori e quindi, visto che mi piace tutto, accetto le sue regole. si fanno gli ff di venerdì? e facciamoli allora! vado in ordine sparso. d' importanza solo all'inizio:

# FF a:

@fperronecapano perchè lui fa parte dell'italia bella, quella in cui mi piace vivere. tra l'altro sa un sacco di libri e li ha pure letti. chiedete e vi consiglierà. :-) 

@alicepssc perchè è gentile, attenta, sensibile, non esagera mai e sa la parsimonia :-) se sei nei guai può aiutarti ad averne di meno. 
@nessun_dorma perchè è un uomo libero e quindi pericoloso. sa far incazzare, ma anche no ed ha l'avatar più bello di tutti.

@orporik perchè è il mangiafuoco dei numeri, il trampoliere della matematica, l'artista di strada della scuola e non gliene frega un cazzo di interagire :-) 

 
@silvertongue77 perchè sa tutte le calli, i ponti e i tatuaggi di venezia. e venezia è bellissima.

@Comeprincipe perchè è antipatico ma ha un cervello che corre velocissimo. irraggiungibile. impossibile non seguirlo, trasuda gocce di bellezza.

@staserabrodino perchè per noi settenni un pediatra fa sempre comodo. inoltre a lui piace spiegare. magari è la volta che ci capisco.

@Phil0s0rapt0r perchè visiona da 8 anni non so cosa, prima no, faceva altro.  possiamo chiedergli musica. ce l'ha in testa.

@Il_Capomastro perchè fa gli effeffe più belli del mondo. aspetto il venerdì solo per leggerli. è bravissimo, il re degli FF
@TigerLilys_ perchè è la zia che tutti vorremmo. maschia e diretta. anche se mi sta sul cazzo perchè non mi segue.

@marcoarchetti perchè è uno scrittore vero, bravissimo, un bel treno sul quale salire. credo che dovremmo leggerlo tutti.
@RubinoSegreto perchè sa sorridere e fa un bel gioco di squadra.
@donatigab perchè come da le notizie lui ... il mondo sembra meno sporco.

chiudo così, con un FF a @bobbycarnuti che non c'è più da tempo, ma diosantissimo@ mi faceva ridere sul serio.

e così, tanto per dire, è ovvio che ringrazio chi mi ha risposto e penso che chi non lo ha fatto sia un po' stronzo, ma pur sempre uno stronzo ammirevole. buonanotte.



giovedì 15 settembre 2011

il funerale? ma no nonnina, twitta!

'ho da parte solo i soldi per il funerale'.
'si, ma che funerale ha in mente lei?'
'eh non so ... il solito'
'tipo quello dell'anno scorso?'

panico terrore raccapriccio.

per cui signor twitter vediamo di capirci: io la stimo molto e la ringrazio veramente tanto per aver inventato questa cosa bellissima che è twitter appunto, ma ora però, dovrebbe concentrarsi sui nonnini. inventi qualcosa di semplice per loro, di economico, magari vocale. lo faccia signor twitter, li aiuti a cinguettare e a sentirsi meno soli e a sopravviviere a loro stessi.
o almeno ... gli regali un cane.

hanno così tanto tempo libero e una gran voglia di raccontarsi.

lei può. così io mi sentirò meno nuvola e dio santissimo la smetterò di piangere quando vedo questo video che poi non è neanche un video ma è un film.


lunedì 12 settembre 2011

del vento e della pietra.

tanto ti abbiamo avuto, tanto ti hanno avuto. se non ritornerai, avranno vinto loro.



lunedì 5 settembre 2011

la potatura

io sono attratta dagli oggetti, dalle cose, mi circonderei di cose, ma non voglio esserne posseduta, nè voglio essere schiava di niente.
se devo partire domani, voglio sapere di poter partire a mani vuote, ed è così.

per questo esistono per me i giorni della potatura. giorni di grande sofferenza, ma salutari e necessari.

una volta raccoglievo e tenevo tutto, passavo la vita ad accumulare ricordi. mi servivo degli oggetti per farlo, fotografie, musica, libri, sassi, oceani, piume, uova, binari, lettere, ma anche vestiti, scarpe, maglioni. tenevo tutto per ricordare.

poi ho cominciato a lasciar andare.

le lettere le ho bruciate tutte insieme alle parole. I libri li ho regalati e le fotografie buttate.
una volta ho venduto la casa con tutto dentro, gli acquirenti la volevano così com’era e io non ho avuto niente da obiettare.
mi piace la mia vita, mi piace questo senso di non appartenenza.

e alla fine … se penso a ciò che è stato … non ho perso proprio niente. nemmeno una persona.

sabato 3 settembre 2011

'se mi scrivi dolcemente' (cit.)

se dovessi scriverti una lettera lo farei con questa mano.
prenderei la stilografica e lentamente, molto lentamente scriverei sulla pelle
caro amore mio.
ti chiederei poi di leggermi di notte, quando il buio acceca e le pupille si dilatano. dovresti portarmi a letto, leggere piano, a voce bassa, quasi sussurrando, seguire le parole con il dito.
le parole più belle, quelle d'amore, le scriverei sul bianco segno lasciato dal costume. luci e ombre, respiri e  riflessi. ambra e candore. voglia e  parole.
contrasti.
carezze.
dolcezze.
musica.

lavami adesso e facciamola finita!
fammi godere e saprai le cose importanti, quelle che  ho sempre tenuto in bocca.

sabato 27 agosto 2011

e poi sul soffitto c'era il tramonto.

caro simon,
tutto quello che so l'ho imparato dagli uomini.
cattivi maestri sono gli uomini e c'è addirittura chi li chiama errori.
non io, certo non io.

non credo agli errori io, non credo ci siano cose giuste o sbagliate da imparare, solo cose. siamo noi poi a renderle giuste o sbagliate, buone o cattive. siamo noi i buoni e i cattivi.

e tu sei buono, lo so. e lo sono anch'io.


sai simon, vorrei che ogni tanto rispondessi alle mie lettere. così, per sapere che esisti e che hai il mio odore ancora addosso. ma non ti pregherò per questo. in fondo ... dove non arrivo io, arriva il destino. è sempre stato così per me.

comunque ... credo che dovresti essere tu a prepararmi il cestino con la merenda e ricorda: una mela per me e una purea alla frutta per il maestro di domani.

buonanotte. 


sabato 13 agosto 2011

io mi macchierò. a settembre.

caro simon
nei giorni scorsi ho conosciuto un uomo. un uomo grandissimo. un ballerino, un suonatore, un filosofo dei poveri, un lavoratore, un matematico, un po' ingegnere, un inventore. un uomo coraggioso. un uomo saggio, buono e pazzo.
mi ha detto cose che sapevo già, mi ha raccontato di un mondo che è anche il mio e se non me ne sono innamorata perdutamente è solo per tre motivi:
a - non ne ho avuto il tempo
b - è ancora troppo vecchio per me
b uno - sono già innamorata (anche se si può essere molteplicemente innamorati, io lo credo possibile, ma non intendo parlar di questo adesso)
c - è morto
e forse il motivo a è riconducibile al motivo c.

ovviamente ho pianto. ovviamente mi è parecchio dispiaciuto e ovviamente ho pensato a niky come ad un coglione, per non dir del padrone.
quello che mi porto a casa (espressione che mi fa veramente cagare, ma ora è tardi e non ho nè il tempo nè la voglia di cercare una locuzione - ammesso che si chiami locuzione) ... dicevo ... quello che mi porto a casa da questo incontro è:

non si impara a ballare, si imparano i passi. non si impara a baciare, si imparano i baci. non si impara ad amare, si impara l'amore.
non si impara un cazzo alla fine.
si sa, si vive, si sente, si ride, si piange, ci si sporca, ci si lava, ci si brucia, ci si sbuccia, ci si macchia. io mi macchierò a settembre. è deciso!

buona notte simon, dormi bene e ... niente, grazie.

 


giovedì 11 agosto 2011

mi piacciono i tuoi desideri e mi piaci tu.

e se vedrai cadere una stella esprimi subito un desiderio
che se ne vedrò cadere una anch'io
il mio sarà che si avveri il tuo.

e guarda che lo so di non farne parte
e guarda che lo so che non ci credi
e guarda che lo so che bisogna guardare in alto.
e guarda, guarda, guarda ... guarda in su, guarda in giu
dai un bacio a chi vuoi tu.


mercoledì 10 agosto 2011

pensando a creta e pure a un prodotto

treno
finestrini abbassati in galleria.
l'umidità della terra fuori e dentro la mia
luce.
di nuovo la luce
e poi il sole, il mare

profumi di un'estate.

sabato 6 agosto 2011

mercoledì 27 luglio 2011

babele

caro simon,
ci sono giorni in cui qualsiasi cosa dica, viene capita male o fraintesa o addirittura capita al contrario. eppure l'italiano è uno solo. 
poi mi viene in mente Aldous Huxley che in Le porte della percezione diceva: 'Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli... Per la sua stessa natura, ogni spirito incarnato è condannato a soffrire e godere in solitudine. Sensazioni, sentimenti, intuiti, fantasie, tutte queste cose sono personali e, se non per simboli e di seconda mano, incomunicabili. Possiamo scambiarci informazioni circa le esperienze, mai però le esperienze stesse'.

e allora mi rassereno e mi dico: e' questo. è così, non sono io che non mi spiego, non sei tu che non capisci. non sono loro teste di cazzo.

... eppure caro simon, io rimango convinta, anche se ovviamente al momento non ne ho prova tangibile, che ci siano spiriti eletti, che con sforzo e fatica si capiscono meglio di altri. ma non sto parlando del quotidiano. nel quotidiano le persone che vivono insieme si assomigliano, si sa. ho visto coniugi somigliarsi come fratelli, padroni assomigliare ai loro cani e viceversa. mai donne somigliare ai fiori dei loro balconi. fiori avvizziti alle loro dame si invece. (irregolarità della proprietà simmetrica, pare).

dicevo ... questi spiriti eletti, e con eletti non intendo certo migliori degli altri, hanno questa capacità innata, secondo me, di sentire le cose alla stessa maniera. a volte vorrei fosse facile ... tipo... ti tiro un pugno in faccia e tu senti dolore. poi tu lo racconti ad un amico e sai che ha capito perchè a parte che annuisce come i cagnolini che si tenevano in auto una volta, capito quali? ma sai che annuisce perchè si, si ricorda il dolore che ha provato quando ha preso un pugno in faccia. ovvio se la stessa cosa la racconti a braccio di ferro o a brus willis (che in tre quarti dei film che fa le prende dall'inizio alla fine ma la canottiera, dopo una lavata è ancora portabile mentre nella vita comune ti basta già settembre e l'abbronzatura che se ne va per pensare di buttarla, la canottiera intendo) ... allora la frase, il tuo racconto, perderà di significato perchè questi due ti guarderanno come un idiota e diranno: pugno in faccia? dolore? ma no, quello è lavoro. 

ecco, ora la mia domanda è questa: ma là fuori esiste una persona, cane, alieno, vegetale, insetto che sente un pugno in faccia come lo sento io? risposta:

CAZZO mi si brucia la torta. 

mercoledì 20 luglio 2011

BookCrossing

Sciakaku e Akusci sono fratelli, ma non di sangue, di colore perché i rispettivi padri sono stati campioni o così credono, di arti marziali. teste che nemmeno i maiali mangerebbero.

(io ho conosciuto solo 3 campioni, o quasi, di arti marziali. cervelli devastati dall’autocontrollo.
ma cosa cazzo ti autocontrolli? sfogati e se non sei un assassino ne vieni fuori meglio penso io no?)

insomma … sciakaku e akusci fanno tutto quello che fanno due figli di padri devastati dall’autocontrollo: devastano qualsiasi cosa.
teppisti.
ma teppisti di quelli brutti e stupidi. quelli che sfasciano le scuole a sprangate, le macchine parcheggiate a calci (che quelle in corsa non son capaci), le vecchie se gli capitano a tiro, i gatti, le giostrine dei parchi gioco, ma dopo averle usate … delle merde praticamente.

un giorno sciakaku, solo in metropolitana, per cui a disagio perché per essere teppisti figli di arti marziali bisogna essere almeno in due, sul sedile accanto trova un book e si chiede cos’è.
dopo un quarto d’ora capisce. è un book, trattatasi di libro, libro dimenticato su sedile della metro. Sciakaku allora, dopo essersi consultato telefonicamente tramite aifon con Akusci, decide di prendere il book e nasconderlo nello zaino e si presenta all’appuntamento al parco gioco dove l’aspetta akusci. i due si siedono a terra, che le panchine le hanno divelte la sera prima e cominciano a sfogliare il libro senza capire da che parte cominciare. è akusci che prende l’iniziativa: cominciamo da qui: pagina 44 …. CONTINUA

un giorno andremo a ovest

poi un giorno andremo ad ovest solo per guardare il sole al tramonto e per sorriderci di arancione.  E di notte faremo il bagno nudi nell’oceano e l'amore sulla spiaggia. Lo ascolteremo cantare, ma piano, che noi due dobbiamo parlarci.
Non sarà caldo, non sarà  freddo, non avremo fame. Non avremo mai più fame, non ci saranno i pensieri, non ci sarà la vita , il mondo, il traffico e pasolini … solo noi due, 'il cielo sopra berlino', la sabbia sotto e brividi sulla pelle.
Sarà come un bellissimo bacio, ma meglio, vedrai, io lo so.

a.s.f.y.r.a.


giovedì 14 luglio 2011

grazie

ogni tanto sento la necessità di dire grazie. per quello che sento e per quello che vedo e per come lo sento e per come lo vedo. grazie davvero. solo questo, ecco.


lunedì 11 luglio 2011

la donna al lago

e quando ti ho vista scivolare nel lago pensavo volessi bagnarti un po' i piedi. faceva troppo caldo e tu dentro il vestito rosso sembravi un angelo di fuoco. 

ho aspettato per rivederti bianca, ho aspettato perchè riprendessi a volare e ti ho guardata per ore e poi per altre ore.

adesso vorrei avere una canna, ti ripescherei, ti stringerei a me e ti direi tu vivrai, perchè so che vivrai. ecco.

venerdì 8 luglio 2011

'bisogna pur passare il tempo'

perpignan estate '34


caro simon, bisogna avere una certa dose di follia per vivere come vivi tu lo sai?

non smetterò di cercarti e di aver bisogno di te, ma tu, tu giurami che se vorrai andartene lo farai senza timore. dilaniami il cuore  non mi interessa, ma non lasciarmi ad aspettare e se te ne andrai voglio che sia per sempre e se non ti vedrò più all'improvviso, voglio sapere che sei morto.


martedì 5 luglio 2011

sabato 25 giugno 2011

la stessa materia dei sogni. noi.

a giocare coi sogni non si sbaglia, ma è pericoloso, tanto pericoloso.
diventiamo fatti della stessa materia, delicati, inconsistenti, lievi, riflettenti e fragili.
terribilmente fragili.

cristalli.


mercoledì 22 giugno 2011

la collana che non era di perle

E quando sono salita sul treno avevo solo un numero. 449. Neanche il biglietto, solo paura.
Al buio, tu stavi dietro alla porta. Ricordo quel bacio, subito senza parlare. Il sangue scorreva veloce, mi avessi tagliata sarei morta all'istante.

Mi hai preso la mano e mi hai fatto sentire. Tu solo potevi sapere. Solo tu.

Ci siamo avuti sul letto, con fretta, con smania, con la voglia e l'urgenza di farci godere.
Quando hai scostato la tenda la luce mi ha fatto vedere. Eri bello come sapevo e la mia pelle bruciava contro la tua.

Arte.
Dio unico vero e sconosciuto scultore.

Ci siamo voluti di nuovo e guardati e toccati fino al mattino. Ci siam detti di come eravamo e vestiti stanchi con addosso l'odore.

‘scendi con me’ hai detto alla fine.
Ho capito di amarti e sono rimasta.


Ora qualcuno pensa io abbia un tic, come quelli che si toccano i capelli. Non ho nessun tic. Quando  gioco con il ciondolo o una catenina è per scelta. Ripenso a quel treno e a quella notte e alla prossima stazione.



mercoledì 15 giugno 2011

undicipuntoundici

caro simon
la tua lontana vicinanza mi sazia. 
è oasi in un deserto.
dove c'erano miraggi ora c'è la fonte e dove c'era sabbia e vento ora ci sei tu.

seduta all'ombra di una palma.
godo. 
te.

ho labbra secche. baciale simon te ne prego.

ci verranno a prendere fra un po' lo sai?
direzioni diverse, si.
alle pareti danzano già gli specchi e le candele si stanno spegnendo.
non abbiamo molto tempo
non riusciremo a fuggire.

se saremo bravi, ma molto bravi, per noi due ci sarà il sud.

6890000 chilometri quadrati non son tanti. ce li faremo
bastare.

lunedì 13 giugno 2011

è questo il filo? è questo? parlami cazzo, parlami!

vorrei avere il cazzo stasera
per sentirlo diventare durissimo

e potere

 finalmente

E S P L O D E R E

sabato 28 maggio 2011

"e grazie per tutto il pesce"

quando sono entrata ho visto una tavolata di soli uomini, hai smesso di parlare e ti sei alzato capendo chi ero, hai appoggiato il tovagliolo al tavolo e hai avvertito gli amici di non aspettarti. mi hai fatto male prendendomi per il braccio, hai stretto troppo. ti ho dato le chiavi e hai aperto il bagagliaio dicendo solo: la prossima volta le birre le scelgo io.

l'avevo fatto apposta: per te delle lattine scadenti e per me un vino rosso buonissimo e un calice bourgogne. l'avevo fatto apposta per sentirti dire quella cosa. mi faceva ridere.
hai regolato sedile, specchietto altro specchietto, radio canale locale e siamo partiti.
  
quando mi sono svegliata eravamo fermi ad una sbarra che si stava alzando. c'erano alberi e casette colorate con piccole verande di legno. la nostra si chiamava blu. così diceva la chiave, solo blu.

siamo entrati, hai aperto il vino e mi hai dato il bicchiere. tu hai bevuto dalla bottiglia. ce ne stavamo uno di fronte all'altro, distanti, imbranati, a tremare.  ti sei girato finalmente e te l'ho chiesto:
"fammi sentire il codice".
non dimenticherò mai quel suono. la cintura che si sgancia, la cerniera dei gins. ero dietro di te. solo dopo, solo molto dopo mi hai guardata. dio che occhi i tuoi occhi nei miei. devi aver scorto il bisogno, la mia urgenza, la passione e sofferenza e desiderio e malattia perchè mi hai presa lì come fossi cosa tua, lì in cucina sul tavolo della colazione di domani. 

pioveva  in qui giorni e ce ne stavamo chiusi dentro a guardare il mare. avevi portato libri e vestiti.  dei brutti libri e anche dei brutti vestiti. non so dove li trovassi. ma tanto ce ne stavamo in mutande. abbiamo fatto il bagno in mare, sotto la pioggia giocando come bambini. ci guardavamo per ore, leggevamo, ci scambiavamo i libri, le idee. parlavamo tanto di tutto e facevamo l'amore.

alla fine le birre non erano male.

ti ho detto un giorno: quando vai via non farmi troppo male. ti sei girato.

il giorno dopo era tutto in ordine. il tavolo preparato con una colazione faraonica, una rosa, un biglietto sul comodino. 
 il biglietto diceva: "e grazie per tutto il pesce". ho lasciato tutto così e me ne sono andata. la sbarra era aperta.

abbiamo vissuto come se non fosse mai successo, come se quei due  non fossimo stati noi e forse non eravamo noi davvero. ma un giorno in mezzo alle parole mi hai detto questo è il mio numero. non farlo mai, che se lo fai entro sera sarò da te.

sono passati 20 anni. questa mattina ho sentito una fitta, proprio qui. ho preso il telefono e ho fatto il tuo numero. ora è buio, se non verrai
morirò

su questa

altalena

domenica 22 maggio 2011

La Nascita Delle Cose Segrete - Ludovico Einaudi

se non ci fosse stata lei sarei morta anni fa. non morirò più, ora lo so. si deve vivere se ci è concesso questo.
a volte mi sento sprofondare, ma poi la guardo e ... è bella da matti e ride. ride di sè, della vita, di quello che accade e delle cose belle e non gliene importa. se lei vola tocca a me alzarmi per sfiorale la mano e non oserò mai chiederle di scendere.  non lo farò. ci vuole solo il giusto equilibrio.

e tu non essere stupido. non essere MAI stupido. 

venerdì 20 maggio 2011

borderline - linea di confine

era tanto che non ascoltavo questa canzone. non mi è neanche mai piaciuta  ma lei ne impazziva. credo l'abbia ascoltata centomila volte, o di più.
non dovrebbe stare qui perchè non è mia. è sempre stata solo sua e lo è ancora. ma ... credo serva per chiudere una frase. o una fase. o un se. credo serva per mettere un punto, l'ultimo. poi non vorrò e non avrò più l'ultima parola su di lei, non l'avrò su niente. ed è giusto così.

tanto le dovevo perchè io l'amo e l'amerò sempre.

lunedì 16 maggio 2011

i miei amici sono tutti morti.

non voglio circondarmi di persone noiose e tutte le persone sono noiose. tutte le persone buone sono noiose. anch’io. quelle che non lo sono, muoiono. c’è qualcuno ancora vivo là fuori? oppure sono rimasti solo dentro ai romanzi? dove finiscono i personaggi dei romanzi? non potrebbe capitarmi un frank hurrel adesso?
mi manca margherita. immensamente. mi mancano le sue parole, i suoi respiri. ma non la cercherò più. quando una cosa finisce è finita. non si torna indietro. quando si muore non si torna. questo è quello che ho imparato. perché la strada dopo è un’altra. bivi, incroci, crossover. diavoli, anarchici distratti, bandiere, scelte, promozioni, libri, gusti, gelati, parole. dio le parole. dio le parole. perché siamo fatti così? perché siamo fatti di questa sostanza? perché non trovo più la pace su quella cazzo di altalena?
e adesso neanche la musica serve.

mercoledì 11 maggio 2011

non si va via senza salutare

è questo che non ti ho mai perdonato veramente. non l'assenza, non la mancanza di te, ma dovevi salutarmi cazzo. dovevi guardarmi e dirmi ciao, io me ne vado. solo questo avrei voluto.
lo sai qual'è l'ultima cosa che ricordo di te? che mi hai portato a casa di amici per fare pipì. 


domenica 8 maggio 2011

senza parole

completamente senza parole, solo tristezza e bestemmie represse. anche lacrime, si, anche quelle. quelle stupide e inutili lacrime. cazzo. e niente da leggere. cazzo.



venerdì 6 maggio 2011

la cenere va bagnata con le lacrime e poi stesa sul viso


ora che c'è molto spazio intorno  gli occhi mi pizzicano. e io conosco solo un rimedio.

mi spoglierò davanti allo specchio scioglierò i capelli mi guarderò piangerò senza smorfie senza dolore senza suono solo lacrime lacrime lungo il corpo braccia abbandonate non fermeranno le lacrime le lacrime rotoleranno quasi fossero valanghine che non si portano dietro niente se non polvere, quella quotidiana.

quando le lacrime saranno finite, mi rivestirò e mangerò gelato coppetta-cucchiaino (no cono per interdeci). e lo mangerò sul divano, oh no, non rannicchiata! seduta. dignitosamente seduta. gamba su piegata e gamba giu piede a pavimento. mi pulirò con il pollice che poi leccherò e butterò tutto nella differenziata. dopo aver letto bene le istruzioni , ovvio. il barattolo ha una strana consistenza, non so mai se ... carta, plastica, forse organico.
andrò a letto.

domani sarò ancora più bella, sorriderò a tutti  e tanti ricambieranno e le bandiere sventorelanno anche per me.

perchè mi sono veramente rotta i coglioni.

martedì 3 maggio 2011

mi sento molto western

oggi ho fatto pulizia, tagliato rami secchi e buttato cose inutili. non è rimasto niente.
lo faccio a volte e quando capita, sono senza pietà, per me stessa intendo.
ho la tendenza  ad accumulare ricordi per la vecchiaia e immagini per le notti insonni e musica per i giorni di riposo. ogni anno a natale lascio fuori una cosa perché così ogni giorno è natale e ogni anno di più.
ma poi ci sono queste giornate in cui mi chiedo: mi serve? MI SERVE? no. e butto.
mi adoro quando faccio così. mi sento molto western.
son cose che non cercherò mai. perché mai più ne sentirò la mancanza. son cose finite.
alla fine i miei ricordi si racchiudono in qualche nome, qualche giorno forse e poche parole.
bene!
un vecchio non può ricordare di più.

sabato 30 aprile 2011

io ri-do

sono cambiata da quando ho aperto quella porta e guarda che  lo sapevo sarebbe successo. potevo salvarmi ma hai deciso di no. hai deciso di farmi andare a fondo. 
altri orizzonti, prospettive diverse, mare mosso qui.

ogni promessa è un debito e sempre è per sempre e  odino non sbaglia e non ci son più le mezze stagioni e i negri hanno il ritmo nel sangue e bla bla bla bla bla bla bla. 
ci saranno altri tempi, altri cieli per noi. spero altre vite. e non mi dispiace niente sai, perchè ti avessi avuto avrei perso tutto il resto. ti avessi avuto mi sarei persa io stessa. ne sono certa.

non so cosa sia il senso di colpa, ma se mi concentro tantissimo riesco a provarne un po' per il fatto di non averne. non so se vale. vale? forse no.
me ne accorgo quando mi guardano i bambini. non mi fanno paura nè io a loro perchè i nostri, sono occhi alla pari. senza pudore e senza giudizio. 
solo i grandi hanno paura e quando accade io rido.
ri-do.
(come ... sei noiosa. no-io-sa. fantastico! l'ho scritto per non dimenticarlo mai).

avrei da raccontarti una storia. adesso sono pronta. quando vuoi.
e adesso alza il volume.