sabato 11 dicembre 2010

e smettila di fare il maestrino del cazzo con me

Riesci a capire tu un rispetto e un amore vero, incondizionato, che non chiede nulla in cambio per esistere? Riesci  a capire cosa significa essere un esempio per qualcuno? Riesci a capire che se ti dico che ci sono e ci sarò ci sono e ci sarò?  Riesci a capire che tutto questo non c’entra niente con la vita e una cosa non esclude l’altra?
E non venirmi a parlare di umiliazioni. Ma quali umiliazioni? Umiliazione è pisciarsi addosso rendendosene conto ed esser costretti  a farsi lavare dalla moglie, dal marito,  dalla badante sconosciuta e non aver la testa di Monicelli. Umiliazione è cagarsi addosso per il disagio e sapere che chi ti sta vicino si accorgerà e te lo farà notare. Umiliazione è andare a far la spesa e fare i conti a mente con i centesimi e arrivare alla cassa e scoprire di aver sbagliato. Umiliazione è essere trattati come bestie anche se dovremmo essere uomini.  Umiliazione è essere impotenti davanti ai prepotenti. 
Questo è in gioco cazzo! Un bellissimo gioco ma non c’è nulla di umiliante qui.
E lo sai che io ho solo l’intelligenza primitiva, cosa pretendi da me? Io non so nemmeno quanto fa 7 per 6, che mi incasino tutte le volte e poi … poi scopro che quella è addirittura la risposta a tutte le domande …
Ti ho chiesto in tutti i modi di scrivermi. Non lo farai mai? Pazienza, me ne farò una ragione ma non per questo penserò male di te, sei un fottutissimo genio, lo penso davvero. Non mi raccoglierai? Mi alzerò da sola, lo posso fare. Non mi trascinerò, garantito. È  a questo che servono i capelli lunghi, che ti credi? Li puoi scrollare in ogni momento e in una nuvola di schampoo guardare ancora e di nuovo avanti.  Fino a che non ti pisci addosso, ovvio. A quel punto, ti rimane ancora una finestra altissima da scalare.

E poi … un’alternativa c’è sempre:  io ho un’amica che lavora alla lacuna inc. ;)