lunedì 7 novembre 2011

lui l'ho perdonato. te come farò?

caro simon,
lo ricordo quel giorno, quella musica, il colore della pioggia. fuori dubrovnik.

cominciasti ad amarmi lì, sulle note di kundera il giorno che arrivai a casa tua con la febbre. cominciasti ad amarmi lì, sul divano, respirandomi, inginocchiandoti per togliermi gli stivali e io te lo lasciai fare.
dicesti che la febbre mi addolciva.

non hai mai capito veramente il male che ti chiedevo. me ne facevi certo, ma non era neanche lontanamente vicino a quello che avevo in mente io. volevo il male dei fiori che si schiudono e quello dei pesci che se ne vanno a morire lontano e quello dell'amore che non smette. volevo sentire il tuo respiro, la tua bocca su di me. volevo sentirne il peso e il sudore e tu invece scappavi.

che male vuoi che mi faccia un fantasma? non ha corpo, non ha sangue. io ci vivo coi fantasmi da sempre. loro non possono niente, non hanno mai potuto niente e neanche tu. neanche tu sei riuscito a salvarmi, eppure io credo, avresti dovuto.


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