mercoledì 29 febbraio 2012

e scrisse 6.

lei si sedette in modo da poter veder bene l'ingresso, ordinò uno zacapa immersa nel profumo del legno e lo vide arrivare.
lui battè i piedi a terra per la neve, tolse il cappelo ma subito lo rimise e per un secondo, uno soltanto, posò gli occhi in quelli di lei.
poi, ordinò un caffè in tazza grande al bancone e lesse velocemente il giornale.
solo dopo le si parò davanti dicendole:
'cercavi me no? andiamo!'
uscirono in silenzio nel freddo e lui la fece entrare in una casa poco distante.
una casa di legno.
bella, non molto curata ma bella.
dentro faceva caldissimo e i due si tolsero sciarpe, cappelli e cappotti.
lui accese le luci, ancora luci e altre luci. tutte gialle e la spinse in camera.
si spogliò dalla vita in su e si stese sul letto.
'sei venuta per questo no?'
'io non posso'.
'non  sono il tipo d'uomo che si spaventa'.
lei non rispose.
si mise a cavalcioni sopra di lui dopo avergli ordinato di girarsi e lui lo fece, si mise a pancia sotto.
lei infilò una mano dentro ai pantaloni e poi dentro alle mutandine e si infilò un dito.
e scrisse 6. 
sulla schiena di lui.
grande, tondo, con il sangue.
rinfilò il dito più volte e scrisse mio.
stettero un po' così, senza parlare.
poi lui si alzò e andò a guardarsi allo specchio e vide.
rimise la camicia e la baciò.
a lungo. pianissimo.
piansero e vissero.

Nessun commento:

Posta un commento